Tra gli obiettivi che la Fondazione promuove, vi è quello di mantenere vivo il ricordo e la memoria di Alvise. E’ un desiderio sentito e condiviso da tutti coloro che si sono avvicinati alla Fondazione appoggiando le iniziative sia pure con modalità diverse. E’ così che molti dei suoi amici, conoscenti e familiari hanno inviato il loro contributo e, attraverso le loro parole, fotografie, lettere aneddoti, hanno voluto far rivivere e testimoniare il ricordo e il segno che Alvise ha lasciato nella loro vita. Vi propongo un incipit del libro: Non avrei mai pensato in quelle prime settimane di ricevere così tante attestazioni di affetto, attestazioni che si sono manifestate in modi diversi, in particolare con oltre un migliaio fra telegrammi, lettere e mail, alcune di poche righe ma altre molto descrittive dei sentimenti che provavano le persone che le avevano inviate. Certo, la quasi totalità di questi messaggi sono pervenuti dopo la sua partenza, direi nel primo mese, ma ancora oggi, a distanza di oltre dieci anni mi capita di ricevere qualche nuova testimonianza, che trova subito il suo posto fra le altre, come quella di Romina Martignon, una compagna di classe delle superiori che mi ha inviato una bellissima mail, ricordando Alvise con delle bellissime parole. Dopo averle lette tutte più volte, riga dopo riga, ho selezionate per prime quelle che parevano essere destinate più a lui che a noi genitori. Tutte con belle parole di affetto, che in alcuni casi parevano proprio essere quelle lettere che si scrivono ad un amico andato a vivere lontano, ricordando un episodio, un aneddoto, e, per presentare meglio il mittente, ho cercato di fare un po’ d’ordine assemblando dei pacchetti e intestandoli a quella che ho ritenuto la caratteristica comune del rapporto come la parentela, l’amicizia o la conoscenza con Alvise, ricordando dove possibile i luoghi frequentati insieme a lui. Ed ecco allora davanti a me, ben ordinati, tanti pacchetti di “Posta” che apriremo insieme e a tutti Voi auguro buona lettura, fiducioso nei prossimi mesi di ricevere altre lettere e mail, tanti messaggi solo per lui, tanto da potergli dire nuovamente “Alvise… c’è posta per te”. |